giovedì 11 settembre 2014

COMUNE DI ARNATE - SECOLO XIV-1757





Località citata come Arnà negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano e facente parte della pieve di Gallarate.
Arnate era una delle comunità del feudo di Gallarate, donato nel 1530 dal duca Francesco II Sforza a Marino Caracciolo, poi cardinale.
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVIII secolo Arnate risultava ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cartt. 18-19).
Il feudo venne scambiato nel 1564 con il feudo di Atripalda nel regno di Napoli e ceduto a Giacomo Pallavicino Basadonna. Dopo la morte del feudatario senza eredi capaci, il feudo e l’annesso titolo di conte furono assegnati da Filippo II di Spagna a Giacomo Annibale Altemps nel 1578. Nel 1656 il feudo passò ai marchesi Teobaldo e Galeazzo Visconti di Cislago.
Nel 1716, Carlo VI concesse il feudo al conte Francesco Castelbarco Visconti, come successore del marchese Cesare Visconti (Casanova 1904).
La giunta del censimento stabilì nel settembre del 1730 di aggregare ad Arnate Cassina Verghera. Le due comunità erano unite già nel 1722 nella stessa mappa catastale. Una nota apposta alla mappa copia conservata presso l’archivio di stato di Varese afferma: “La Cassina Verghera è stata leuata da questo Comune di Arnate p(er) lasciarla da sé sola, in uigore di decreto della R(ea)l Giunta del g(ior)no 9 febbraro 1757” (Morando, Mura 1997-1998, MUT 70.2). Già nell’ottobre del 1730 però l’unione venne annullata e nella compartimentazione del 1757 i comuni apparivano separati (editto 10 giugno 1757).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, il comune di Arnate era infeudato con il feudo del borgo di Gallarate, versando al feudatario del borgo conte di Castelbarco per censo annuo e imbottato 8 lire, non essendosi mai redento.
Non vi risiedevano giudici, ma il comune era sottoposto al regio vicario del Seprio, residente nel borgo di Gallarate, Giuseppe Fortunato Bonacina. Alla banca criminale del vicario del Seprio il console prestava l’ordinario giuramento. Sempre a Gallarate vi era anche la sede del giudice feudale.
Arnate non disponeva di alcun consiglio particolare, ma del consiglio generale, che veniva formato con il suono della campana, assistenza del giudice, intervento del popolo, di due sindaci eletti per via di voti dei comunali; mentre il console veniva scelto con pubblico incanto. I sindaci venivano eletti e permutati da biennio in biennio; ai medesimi erano affidate la pubblica amministrazione, la conservazione delle pubbliche sostanze e la vigilanza sull’equità dei riparti.
Il cancelliere abitava nel borgo di Gallarate e si incaricava della custodia delle pubbliche scritture, dietro pagamento per le sue attività di 50 lire all’anno. Non vi erano procuratori o agenti, se non in caso di necessità (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3071, vol. D XIII, Milano, pieve di Gallarate, n. 19, fasc. 2).
ultima modifica: 04/07/2006
[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]

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